21 febbraio 2013

Urali: tentato un genocidio mondiale


Sei diverse localita' degli Urali, nei pressi di Chelyabinsk, hanno subito una pioggia di detriti per una meteora che e' esplosa in aria con una potenza 30 volte maggiore del bombardamento di Hiroshima nel 1945:
http://terrarealtime.blogspot.it/2013/02/nasa-meteorite-russo-30-volte-piu.html
Passato lo sbigottimento iniziale si puo' cominciare a tirare le somme circa diversi interrogativi e misteri.



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Se la meteora si fosse schiantata al suolo avrebbe scaricato un'enorme energia distruttiva nel terreno, uccidendo tante persone. Nella zona e' presente una base per ricerche nucleari della Guerra Fredda (Chelyabinsk-70):
http://www.globalsecurity.org/wmd/world/russia/chelyabinsk-70_nuc.htm


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E' pero' il mondo ecologista ad indicare che livello di danno sarebbe potuto prodursi con un suo comunicato:
http://www.corriere.it/esteri/13_febbraio_15/meteorite-urali_d12c878a-7749-11e2-a4c3-479aedd6327d.shtml
Greenpeace Russia accusa il governo di Mosca di aver sottostimato i rischi dell'esplosione del meteorite, che è avvenuta vicino al complesso nucleare di Mayak. La zona in cui si è verificata l'esplosione è a 100 km dal sito di stoccaggio e smaltimento in cui si trovano decine di tonnellate di plutonio trattato per la produzione di armi. Nella regione di Chelyabinsk si trova anche l'impianto per lo smaltimento di armi chimiche di Shchuchye, che contiene circa 6 mila tonnellate di agenti nervini tra cui sarin e VX.


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Se il corpo celeste avesse potuto spostarsi di ulteriori chilometri ed impattare al suolo e' probabile che si sarebbe verificata una contaminazione ambientale grave, forse di portata mondiale. Per fortuna il bolide e' esploso in aria, oppure e' stato fatto esplodere con un attacco dei militari:
http://terrarealtime.blogspot.it/2013/02/il-meteorite-e-stato-polverizzato-da.html
Nessuno conosce il vero livello di capacita' tecnologica russa nel campo delle armi stratosferiche, oppure nell'intercettazione ed inseguimento di bersagli che entrino nell'atmosfera, e nessuno puo' biasimare il governo russo se avesse eventualmente preferito distruggere la meteora con un missile nucleare piuttosto che rischiare lo scoperchiamento di un deposito con 6.000 tonnellate di gas nervino (che sarebbe ricaduto nei vari continenti)...


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Le illazioni si sprecano ed e' molto strano che, nella vastita del globo terrestre, una meteora gigantesca vada a cadere proprio dove puo' provocare il massimo danno possibile. A Mosca i politici potrebbero avere dei sospetti strani e c'e' perfino un politico ultranazionalista che accusa gli americani di essere i mandanti di un attacco che, se riuscito, avrebbe provocato danni e morte anche negli stessi Usa ed attirato una rappresaglia nucleare russa. Le varie ipotesi che circolano non tengono in alcun conto che ne' Usa ne' Cina ne' altri avrebbero dovuto rallegrarsi di una devastante pioggia di gas nervino globale. Ovviamente, se una mente diabolica viene immaginata stare dietro la "strana coincidenza" del meteorite in grado di provocare una contaminazione mondiale (che sembra diretto proprio nel punto giusto) non potevano mancare le congetture che tirano in ballo gli extraterrestri.


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Pare infatti che gli ufo stessero osservando la zona della caduta meteorica gia' giorni prima dell'evento:
http://olivieromannucci.blogspot.it/2013/02/meteoriti-su-chelyabinsk-e-avvistamenti.html
e che dopo il disastro stia ancora volando qualcosa di strano:
http://olivieromannucci.blogspot.it/2013/02/ci-risiamo-chelyabinsk-avvistato-ancora.html
Potrebbe trattarsi di droni spia? Il disastro di Chelyabinsk e' stato organizzato dal governo russo per favorire la vendita della sua tecnologia spaziale al mondo attraverso la costruzione di uno scudo mondiale anti-meteoriti, ed il finto bolide conteneva una piccola superbomba che gli avrebbe evitato di distruggere i depositi sotterranei? Gli alieni volevano far vedere al governo russo che possono metterli in ginocchio se proseguono nel cercare di rivelare al mondo l'esistenza degli ufo, oppure nel cercare di collocare sistemi nucleare di intercettazione in orbita? Queste illazioni ci faranno compagnia per i mesi a venire. Certo, se avessero qualcosa di vero, vedremmo presto un enorme sforzo per decentrare depositi tossici nei vari paesi, cosi' da vanificare o diminuire i danni provocati da eventuali "meteore casualmente devastanti", ma rimangono le metropoli e le centrali nucleari come potenziali bersagli. Cosa sta' veramente accadendo? Quali alleati possono dare una mano in una eventuale sfida cosi' immane?

Titanium - ReteDream Anti-Evil-Control

Fonte

11 febbraio 2013

Dispositivi Free Energy a magneti permanenti

Coral_Castle_Free_Energy

Nell’era del petrolio e del ritorno al nucleare, continuano ad essere completamente ignorati i dispositivi Free Energy, destinati a rimanere prototipi sperimentali non essendo opportunamente valutati dall’industria energetica. Tra questi verranno in particolar modo esaminati i meccanismi a magneti permanenti, basati su fenomeni fisici ben conosciuti senza tuttavia trovare ancora un’applicazione pratica. I dispositivi Free Energy a magneti permanenti rappresentano una prova sufficiente del continuo tentativo di occultamento della verità scientifica, attraverso la disinformazione che cerca di creare miti per renderli sempre più inapplicabili e non replicabili su larga scala. Uno dei casi in esame è quello del Coral Castle costruito secondo la leggenda nell’arco di una notte, da Edward Leedskalnin. La storia narra che conoscesse la tecnologia per annullare la gravità, tecnologia che necessita comunque di quantità elevate di energia. In ogni caso, per produrre l’energia necessaria alla realizzazione tale meccanismo facesse uso della free energy, difatti in loco sono presenti dispositivi con magneti permanenti, le cui caratteristiche sono riscontrabili in numerosi brevetti.
Howard Johnson Magnet Motor

Questi dispositivi sono stati additati da alcuni, come falsi della free energy, perché si spenderebbe dell’energia aggiuntiva per magnetizzare gli elementi; in realtà la spesa energetica e minima e confrontata con quella prodotta è decisamente irrilevante. Un dispositivo di circa 3 Kw (potenza ad uso abitativo), in funzionamento continuo produrrebbe più di 25.000 Kwh annui, e nel peggiore dei casi , cioè con elementi che si smagnetizzano nell’arco di 4 anni (sono disponibili magneti industriali con tempi di smagnetizzazione di secoli), si arriverebbe a circa 100.000 Kwh prodotti in ciclo continuo. Con una parte dell’energia prodotta sarebbe inoltre possibile ri-magnetizzare creando quindi delle condizioni di indipendenza energetica illimitata (non tenendo comunque conto dell’usura delle parti in movimento).
I brevetti sono numerosi, e quelli di più facile realizzazione, hanno una caratteristica in comune, cioè quella di mettere in movimento una girante, che metta in rotazione a sua volta un generatore elettrico come una dinamo; esempi in tal senso sono quelli di Kohei Minato e di Howard Johnson. Tali dispositivi sono costituiti da una parte statica, detta appunto statore, e una dinamica in moto relativa ad essa detta rotore, costituenti la girante. Nella quasi totalità dei brevetti entrambe le parti adottano i magneti, ciò vuol che per bloccare il movimento dovremo adottare un meccanismo che separi le parti e che interrompa quindi l’iterazione, inoltre fissate le caratteristiche fisiche e geometriche, utilizzeremo una dinamo specifica (che sviluppi cioè la giusta potenza ad uno specifico numero di giri) per evitare un numero di giri eccessivo o insufficiente.


La soluzione ci viene data da John Bedini, allo statore, vengono sostituiti delle bobine al posto dei magneti e la disposizione diventa ortogonale, cioè la disposizione magneti_statore-magneti_girante, e più precisamente bobine-magneti_girante, assume una configurazione a “T”. Non c’è più un allineamento tra gli assi vettori dei magneti, sfruttando cioè il principio base “poli opposti si attraggono, poli uguali si respingono”, ma i due elementi si allontanano l’uno dall’altro in direzione perpendicolare al piano di appartenenza dei due vettori campo magnetico (per similitudine basti pensare all’effetto giroscopico, in cui due rotazioni ne generano una terza perpendicolare ad entrambe). Inoltre interrompendo l’energia verso le bobine si può bloccare il dispositivo, e più in generale regolarlo, variando il flusso di corrente verso di esse con un potenziometro.


 
Per completare il tutto gli elementi in sequenza sono i seguenti collegati in serie:
- dispositivo Free Energy (anche se in realtà l’unico elemento free energy è esclusivamente il magnete), che muta l’energia del campo magnetico in energia meccanica;
- dinamo, che muta l’energia meccanica in energia elettrica in continua;
- batteria commerciale per automezzi, che assorbe i picchi con la capacità di accumulo, e fa si che la corrente elettrica assuma in uscita una tensione esatta di 12 Volt;
- inverter che prende in ingresso una corrente elettrica a 12 Volt in continua, e la converte a 220 Volt alternata a 50 Hz, rendendola quindi utilizzabile da apparecchi di uso comune.
L’alimentazione delle bobine può partire da due componenti:
- dalla dinamo : ciò implica una rotazione iniziale al dispositivo fatta manualmente per permettere di raggiungere il numero minimo di giri per l’auto-sostentamento. In alternativa un motore elettrico per l’avviamento collegato alla batteria. Tale alimentazione permette di massimizzare il numero di giri del dispositivo free energy e quindi la potenza massima per specifico gruppo di magneti;
- dalla Batteria: ciò implica una potenza di alimentazione delle bobine prefissata, e quindi non massimizzabile, e una capacità di regolazione limitata del numero dei giri nel caso si adotti un potenziometro; di contro nessun utilizzo di un motore per l’avviamento , ne tanto meno l’avvio manuale.
 
Considerando lo schema nella sua totalità è facile notare che è lo stesso che accomuna un impianto ad energia solare tranne che per il pannello sostituito dal dispositivo Free energy, oppure ad un gruppo elettrogeno (che chiaramente produce direttamente in alternata tramite un alternatore monofase), che ha il dispositivo al posto del motore termico.
Gruppi elettrogeni che utilizzano dispositivi free energy
 

 
Nel primo caso potremo utilizzare il dispositivo a bobine, nel secondo quello esclusivamente a magneti permanenti, sia perché le bobine vanno alimentate in continua, e sia perché l’alternatore necessita di un numero di giri prefissato per ottenere in uscita una corrente elettrica con caratteristiche specifiche. Le combinazioni per completare il sistema possono essere innumerevoli sia come componenti elettriche ed elettroniche, che numero di parti per ogni elemento. Si potrebbero utilizzare per esempio più giranti per avere elevata potenza a basso numero di giri, oppure alimentare due o più gruppi batteria-inverter con la stessa dinamo se l’energia prodotta è eccessiva, alimentando cioè più vie con lo stesso dispositivo.
Qualunque sia la soluzione, è evidente che anche piccoli produttori di gruppi elettrogeni con semplici modifiche, possono produrre dispositivi free energy, magari per uso domestico annullando la spesa delle bollette con un semplice investimento. Se gli stessi produttori li adottassero per la catena produttiva e successivamente, i fornitori che producono le componenti di queste ditte, si innescherebbe una reazione a catena che porterebbe all’abbattimento dei prezzi degli stessi e poi di qualsiasi prodotto; dei piccoli produttori potrebbero mutare nel giro di pochi anni l’intero sistema economico mondiale, con effetti anche se minimi immediati.

Per concludere è giusto chiarire, la chiave del funzionamento della generazione del campo magnetico. Esso è generato dall’etere e lo trasporta a sua volta, ma la quantità in gioco è superiore a quella utilizzata, è in tale ottica che è possibile comprendere la quantità di energia utilizzabile; ciò è stato dimostrato attraverso il dispositivo Bedini-Cole in cui il processo viene spinto al massimo, tale da poter utilizzare esclusivamente delle bobine senza alcun magnete permanente, e il cui funzionamento si protrae ormai da anni senza sosta.

Ing. Domenico Chirico

Fonte

5 febbraio 2013

Messico: la strega di luce appare ancora



I messicani la chiamano “bruja”, la strega. Spesso viene associata a misteriose presenze (anche UFH Umanodi Volanti)  oppure ai misteriosi fuochi che spesso vengono avvistati in alcune località del Messico.



Oliviero Mannucci


 

4 febbraio 2013

Ospedale bolognese sperimenta la “meditazione tibetana”per curare i tumori

di Peppe Caridi

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L’Ausl di Bologna ha deciso di consentire, prima azienda sanitaria a livello internazionale, la sperimentazione di una terapia tibetana ai suoi pazienti oncologici. Si chiama ‘Pratica meditativa Tong Len’, partira’ a febbraio e sara’ condotta dall’equipe di Gioacchino Pagliaro, 58 anni, direttore del reparto di Psicologia clinica dell’ospedale Bellaria, che si occupa di meditazione da oltre vent’anni. Nei prossimi giorni – anticipa l’edizione bolognese di ‘Repubblica’ – saranno scelti 80 pazienti, che continueranno nel frattempo il normale processo di cure: 40 saranno sottoposti alla terapia, l’altra meta’ no, in modo da valutare le differenze. Pagliaro e i 15 professori sanitari che costituiscono la sua equipe non conosceranno i nomi di chi fara’ il test: avranno solo una scheda con le iniziali del paziente, il tipo di patologia e determinati valori del sangue.
Lo studio, a costo zero, durera’ diversi mesi e, a distanza di tre e cinque anni, lo staff di medici analizzera’ i pazienti per capire se ci sono stati cambiamenti, se sono variati alcuni valori del sangue come il livello dei globuli bianchi oppure se ci sono miglioramenti negli stati d’ansia e di tensione. Una misurazione, questa, che avverra’ prima, dopo e durante il test. Il ‘Tong Len’ (‘Prendere e dare’) e’ un’antica pratica buddista che prevede, come attivita’ centrale, la meditazione. Il comitato etico dell’Ausl ha approvato la sperimentazione e il direttore sanitario Massimo Annichiarico ha firmato la delibera che autorizza il progetto. Ad oggi non c’e’ letteratura scientifica che possa dimostrare il reale beneficio della terapia.

Fonte:http://www.meteoweb.eu/2013/01/ospedale-bolognese-sperimenta-la-meditazione-tibetana-per-curare-i-tumori/176010/

Tratto da:http://www.altrogiornale.org/news.php

Princeton University: la Coscienza Globale esiste davvero


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La notizia del giorno non è tanto il fatto che gli esseri umani siano parte di una coscienza globale più vasta che li comprende e li interconnette. «Già si sapeva…» dirà qualcuno, in barba al detto “repetita iuvant”. Negli ambienti dei ricercatori spirituali il fatto è ormai assodato, ammesso pure dalle tanto inflazionate pillole di fisica quantistica a buon mercato.

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Logo della Princeton University

La notizia del giorno è invece il fatto che ad affermarlo sia la prestigiosa Università di Princeton, mettendo in ballo la sua fama e la sua storia di “academically correct” in uno studio che dagli altri ricercatori è stato definito eufemisticamente «una perdita di tempo» ma che, se correttamente interpretato, porrebbe una pietra miliare su una verità scientifica ormai acquisita per altre vie. L’esito non viene da un piccolo esperimento di laboratorio fatto da qualche stagista assistito, ma da ben 14 anni (!) di monitoraggio dati forniti da elaboratori informatici disseminati su tutto il globo rispetto all’impatto di eventi collettivi che hanno emozionato, coinvolto e/o sconvolto l’umanità, a vari gradi.
Lo studio, denominato Global Consciousness Project (cioè “Progetto Coscienza Globale”, abbr. GCP), va avanti ininterrottamente dal 1998: i dati definitivi, rilasciati proprio nel gennaio 2013, dimostrano in maniera incontrovertibile che gli esseri umani siano più interconnessi di quanto non credano e che il loro sentire collettivo riesca a deviare perfino le risposte dei computer. Come? Questo rimane ancora da stabilire. Ma andiamo con ordine.

Come funziona il Global Consciousness Project?

14 anni fa, i creatori del GCP piazzarono in tutto il mondo generatori di numeri casuali, che ribattezzarono“eggs”, cioè “uova”. Ad oggi, ci sono 134 uova sparse fra Europa, Stati Uniti, Canada, India, Isole Fiji, Nuova Zelanda, Giappone, Cina, Russia, Brasile, Africa, Thailandia, Sud America ed Australia. Qui sotto c’è la mappa completa delle geolocalizzazioni: un click sopra l’immagine e sarete reindirizzati alla tabella che elenca i dettagli (periodo di operatività, coordinate geografiche e addetto al monitoraggio) di ciascun dispositivo.

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La funzione di queste uova è quella di generare costantemente i numeri “0″ e “1″ a caso. Oltre a ciò, i dispositivi sono anche in grado di formulare anticipatamente previsioni sui numeri casuali che stanno per generare. Secondo i principi della “Expected Randomness” (ovvero, della “Casualità Prevista”) essi misurano la frequenza delle coincidenze fra i numeri casuali estratti e le ipotesi preformulate ad essi relative: in pratica, tirano ad indovinare («Uscirà “0″ oppure “1″?»), estraggono un numero (che può essere “0″ o “1″) e contano le volte che ci azzeccano.
Immaginate che ogni uovo funzioni come il lancio della monetina: se azzecchiamo il pronostico abbiamo indovinato, altrimenti abbiamo sbagliato. Le uova compiono questa triplice operazione di “pronostico → estrazione → verifica” 100 volte al secondo. Dopo un numero sufficiente alto di tentativi, in genere i risultatisi normalizzano intorno alla probabilità del 50/50, cosa assolutamente naturale e contemplata dalla statistica: testa e croce hanno infatti la stessa probabilità di uscire, proprio come “0″ e “1″.
Tuttavia, questo NON è ciò che è accaduto quando le uova erano monitorate contemporaneamente al verificarsi di un qualche evento significativo per la coscienza dell’umanità.

Cosa è successo di anomalo?

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Infatti, in concomitanza con tali eventi globali, i dispositivi iniziavano ad azzeccare un numero enorme di risultati, deviando molto dal range di attendibilità statistica. Per esempio, i ricercatori iniziarono a notare enormi picchi di risultati azzeccati qualche ora prima (prima, non solo durante…) che il primo aeroplano colpisse le Torri Gemelle l’11 settembre 2001 (vedi lo screenshot qui a sinistra). Questi picchi continuarono a verificarsi in prossimità di disastri aerei, eruzioni vulcaniche, tsunami ed eventi come la cerimonia di apertura delle Olimpiadi.
Una volta appurato che il modello rispondeva ad eventi importanti, si è cominciato a monitorare le uova con maggiore attenzione in periodi vicini ad eventi di portata mondiale, quali festeggiamenti o tragedie. Ad esempio, vediamo come interpretare il grafico registrato in concomitanza con lo tsunami che ha colpito il Giappone l’11 marzo 2011:
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La linea curva in blu demarca il valore p=0,05 che, in un test di verifica d’ipotesi, indica il livello di soglia oltre cui un risultato si discosta da quello normalmente atteso. Il valore-p viene anche chiamato livello di significatività osservato: l’evento è considerato statisticamente non-significante, cioè irrilevante, se il valore-p è superiore a 0,05 (previsioni azzeccate e sbagliate circa in egual numero, come da copione); se il valore-p è inferiore a 0,05 l’evento è assolutamente inatteso e rilevante: in questo caso, le previsioni sui numeri estratti tendono ad essere quasi tutte azzeccate, in maniera del tutto divergente dalla logica probabilistica.
Nel grafico si vede bene come la linea spezzata in rosso, indicante i risultati calcolati integrando i dati forniti da 66 uova disseminate nel mondo, sia chiaramente al di sotto del livello di riferimento in blu (p=0,05). In aggiunta, considerando i soli dati forniti dall’uovo E1101 ubicato a Meiji in Giappone (direttamente sul luogo del disastro), si nota il discostamento decisamente più evidente marcato in verde: ciò suggerisce che l’effetto sia percepito più intensamente quanto più si è prossimi al punto geografico in cui un determinato evento ha avuto luogo.
Provate ad ingrandire e controllare qui sotto i grafici di tre recenti eventi di diversa natura che abbiamo selezionato fra quelli monitorati: sono, da sinistra a destra, la morte di Michael Jackson (25/06/2009), lagrande meditazione mondiale del 2011 (11/11/2011) e la rielezione di Obama (06/11/2012). Se volete approfondire oltre, cliccate qui per vedere l’elenco di tutti i 426 eventi seguiti dal GCP dal 1998 al 2012.
  Nchart-250609
Morte di Michael Jackson
25 giugno 2009
  Nchart-111111
Grande meditazione globale
11 novembre 2011
  Nchart-081112
Rielezione di Obama
6 novembre 2012

La parola al responsabile del progetto

RogerNelson
Dr. Roger Nelson
Il Dr. Roger Nelson, a capo del GCP, ha mantenuto il progetto attivo per quasi 15 anni e continua ancora oggi a ricevere dati sorprendenti. In effetti, i risultati che ha appena divulgato, sono così tanto al di fuori del calcolo delle probabilità da risultare realmente sconvolgenti: infatti, non solo in tutti i 426 eventi analizzati nell’intero progetto le corrispondenze registrate sono state maggiori del 50% (cioè tutti gli eventi si sono statisticamente qualificati come  “significativi”, con p<0,05, cfr. con la linea blu nel grafico qui sotto), ma circa la metà dei casi ha avuto un valore pancora inferiore (p<0,001, qualificandosi come “molto significativa”, cfr. con la lineaverde) e l’altra metà di casi si è qualificata come “estremamente significativa”, conp addirittura inferiore a 0,000001 (cioè 10-6, cfr. con la linea celeste).
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Considerati questi risultati straordinari, i ricercatori comprendono bene che lo studio ha implicazioni che entrano nel campo della metafisica e della religione, ambiti questi che esulano dalla loro stretta competenza. Una corretta interpretazione del fenomeno richiederà tempo, collaborazioni e confronti professionali trasversali. Così per ora gli scienziati non intendono sbilanciarsi: i dati sono inoppugnabili, ma l’interpretazione accademica è ancora tutta da costruire. Riluttanti ai facili entusiasmi, li considerano ufficialmente “degni di considerazione” ma per chi ha occhi per vedere, sono in realtà semplicemente stupefacenti, da farci sobbalzare sulla sedia: la Princeton University ha dimostrato scientificamente che la Coscienza Globale esiste davvero, non è soltanto fuffa new-age e che la Noosfera – cioè la mente umana collettiva – influenza in qualche modo anche gli elaboratori informatici.
Il GCP potrebbe aiutarci a spiegare fenomeni come il déja-vu? O episodi simili a quando avete la sensazione che un amico stia per chiamarvi ed in quel momento il telefono squilla? O quel presentimento che, tornando a casa, vi fa seguire un percorso alternativo, per poi apprendere dal notiziario che sulla vostra solita rotta vi sareste trovati in un ingorgo? Allargando gli orizzonti, questi dati potrebbero essere usati eventualmente per prevedere enormi eventi a livello mondiale?
Per Roger Nelson e il GCP sembrerebbe di sì e nell’ultimo supplemento del Rhine Institute of Parapsychology (il “Journal of Parapsychology” del dicembre 2012 – pag. 36, n.d.t.) ha dichiarato:
“Ho deciso di chiedere se ci potrebbe essere qualche segnale dell’esistenza di una noosfera, una versione globale della coscienza di gruppo che avevamo già visto con gli strumenti messi a punto per lo studio delle interazioni mente-macchina. Insieme ad alcuni colleghi e volontari, ho creato il GCP per cercare tali prove. Abbiamo costruito uno strumento con degli RNG (“Random Number Generator”, cioè “Generatori di Numeri casualI”, n.d.t.) piazzati in tutto il mondo, che inviano continuamente flussi di dati casuali che vengono archiviati all’Università di Princeton. Abbiamo creato un protocollo per definire quali siano gli eventi chiave in cui aspettarsi che molte persone possano condividere uno stato di coscienza e delle emozioni. Abbiamo previsto cambiamenti significativi nei dati casuali durante grandi tragedie e grandi celebrazioni e da qui abbiamo iniziato a raccogliere una enorme quantità di dati. L’ipotesi generale è che avremmo trovato nella nostra struttura di dati, altrimenti casuali, correlazioni con eventi di grande importanza per l’uomo.
Il GCP compie 14 anni nel 2012 ed ha portato a termine più di 400 esperimenti indipendenti che avvalorano l’ipotesi generale. L’insieme dei dati provenienti da tutti i siti mette in evidenza una deviazione maggiore di Sei Sigma [v. Nota], con un margine d’errore inferiore a 1 probabilità su 100 miliardi.
La spiegazione più plausibile è che noi umani influenziamo in parte la Noosfera di Theilhard, in corrispondenza di grandi emergenze e celebrazioni. La cosa più importante per la parapsicologia dei prossimi 25 anni, è che ora ci sono dati che potranno essere usatidirettamente come modelli, suggerendo quello che eventualmente potrebbe essere il significato. I modelli come questi, che suggeriscono il risultato, servono per gestire meglio la mole di dati. Da qui possiamo partire con una nuova ricerca sulla coscienza.
Esiste davvero un’interconnessione globale fra gli esseri umani anche se non ne siamo consapevoli, ad eccezione di quando ci innamoriamo, oppure di quando «sappiamo» che il nostro amico del cuore ci chiamerà a telefono? I poeti ed i saggi ce lo stanno dicendo da sempre, ma la ricerca scientifica sostiene che è impossibile. Adesso sembra che la nuova scienza stia per aprire di nuovo questo ambito di ricerca. Nei prossimi decenni dovremo sfruttare l’opportunità che si è creata con questi dati eclatanti provenienti dai database 6σ. Contengono delle informazioni non ancora analizzate che porteranno in futuro a nuovi risultati ancora più chiari. Abbiamo bisogno di altre menti brillanti per sviscerare questi dati, analizzarli e lavorare sulle nuove intuizioni che ci faranno cambiare l’attuale visione del mondo.
[Nota] La denominazione Sei Sigma o  (dal termine statistico di origine anglosassone Six Sigma) indica un programma di controllo della qualità monitorato sulla deviazione standard (indicata con la lettera greca σ = sigma), che ha lo scopo di portare un prodotto o un servizio (in questo caso, un’indagine statistica) ad un determinato livello di qualità, compreso fra un valore minimo di 1σ e un massimo di . L’obiettivo della metodologia è di raggiungere un tale controllo del processo da avere soltanto 3,4 parti difettose per milione, corrispondente al livello 6σ. In questo caso, gli esperimenti del GCP hanno raggiunto margini d’errore addirittura 30.000 volte inferiori (!) a quelli ritenuti a livello d’eccellenza Sei Sigma.
Mentre gli scettici continueranno a sostenere che la ricerca fra i dati casuali è una perdita di tempo, sarà interessante analizzare i risultati dei dati provenienti dal GCP alla fine del prossimo decennio. Se la tendenza rilevata dal Dr. Nelson e la sua equipe di Princeton continuerà, potremo chiederci se veramente gli eventi del mondo siano poi così casuali…


Hearthaware blog
©2013 Hearthaware blog – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA
Traduzione fonti: Santjago per Hearthaware blog
Credits: whofortedblog.com – noosphere.princeton.edu

2 febbraio 2013

Dagli Ufo ai poteri psichici: i misteri irrisolti della scienza

ROMA - La scienza è potente, ma non può spiegare tutto.
Ci sono fenomeni in natura che possiamo definire veri e propri misteri.
Per quanto gli scienziati abbiano provato a dare una spiegazione ad alcuni fenomeni, non sempre sono riusciti a trovare una risposta empirica.
Ma dopotutto la scienza esiste anche per questo: investigare e riuscire a dare una spiegazione a quello che apparentemnete può sembrare inspiegabile.
Comunque ad oggi, esistono fenomeni ed episodi che non hanno ancora una risposta, e per questo vengono comunemente definiti misteri.
Forse un domani quello che oggi ci sembra inspiegabile verrà risolto.
Per adesso però si possono fare solo ipotesi.

1. UFO
ufo
Hanno ispirato film, telefilm, documentari, e leggende: quello degli UFO rimane uno dei misteri più affascinanti.
Siamo soli in questo Universo?
La risposta sembra ovvia, ma una prova certa dell'esistenza di creature extraterrestri non esiste.
Per la maggior parte delle persone non vi è dubbio che gli UFO (Unidentified Flying Objects - Oggetti Volanti Non Identificati) esistano.
Grazie ad accurate indagini, però, molti dei presunti avvistamenti sono stati spiegati: i dischi volanti spesso possono essere confusi con meteore, aerei, etc..
Esistono però alcuni rapporti di incidenti legati agli UFO che non hanno ancora trovato una risposta.

(Il 5 % degli avvistamenti riferiti dai testimoni non hanno una spiegazione plausibile condivisa ma le forze aeree statunitensi e non solo sanno che alcuni UFO sono velivoli pilotati da esseri intelligenti extraterrestri, lo testimonia il fatto che nei manuali dati da studiare agli aspiranti piloti da caccia viene spiegata la vera origine degli UFO e mette in guardia i piloti dall'avvicinarsi troppo a questi velivoli in quanto circondati da un campo di forza disgregante in grado di disintegrare qualsiasi aereo e il suo pilota - ndr) 

2. TRIANGOLO DELLE BERMUDA
triangolo bermuda
Quando sentiamo parlare di Bermuda sono due le cose che ci vengono immediatamente in mente: i tipici calzoncini estivi, o una forma geometrica.
Quello che viene chiamato come triangolo delle Bermuda è una zona situata nell'Oceano Atlantico delimitata da Florida, Puerto Rico e dalle isole Bermuda da cui prende il nome.
Conosicuto anche come Triangolo maledetto, è entrato nell'immaginario collettivo come uno dei più grandi misteri della natura a causa della "brutta reputazione" a cui è associato il suo nome.
Dal 1800 infatti in quella regione dell'Atlantico si sono perse le tracce di numerosi veicoli, marini e aerei.
Uno dei casi più famosi è quello degli Avenger, 5 aerei militari statunitensi scomparsi nei pressi del triangolo il 5 dicembre 1945.
Decollati dalla base di Fort in Florida per una normale esercitazione, un'ora e mezzo dopo la partenza, i piloti dcomunicarono alla base che non vedevano più la terra.
Il messaggio può semrare normale, se non fosse che dalla distanza e dalle coordinate a cui si trovavano, (e anche per le condizioni favorevoli) avrebbero dovuto facilmente vedere la costa.
Dopo un ultimo enigmatico messaggio del capo squadra degli Avenger alla base "Sembra che siamo..." si perero i contatti con gli aerei, che sparirono nel nulla.
Alcuni studi hanno concluso che gli incidenti avvenuti sono derivati da normali cause fisiche e meccaniche, ma questa spiegazione non ha trovato molti consensi popolari.

3. DÉJÀ VU
deja vu
Déjà vu è una frase francese che significa "già visto", con riferimento a quella sensazione enigmatica e misteriosa, di aver vissuto alcune circostanze già nel passato.
Una persona può entrare in un edificio, per esempio, in un paese straniero che non aveva mai visitato, e  avere la sensazione che quel posto sia stranamente e intimamente familiare.
Qualcuno attribuisce il déjà vu a esperienze psichiche o scorci di vite precedenti. La ricerca scientifica e la psicologia hanno offerto teorie e ipotesi che spiegherebbero più naturalmente il fenomeno, ma in ultima analisi, la causa e la natura del déjà vu rimangono un mistero.

4. ESPERIENZE DI PRE-MORTE
pre morte
Le persone che sono state vicine alla morte hanno talvolta segnalato varie esperienze mistiche (come la luce alla fine del tunnel, riunirsi con i propri cari, un senso di pace, ecc) che possono suggerire un'esistenza dell' al di là. Anche se tali esperienze sono profonde, nessuno è tornato con prove o informazioni verificabili dal cosiddetto "oltre tomba." Gli scettici suggeriscono che le esperienze sono spiegabili come naturali e prevedibili allucinazioni di un cervello traumatizzato, ma non c'è modo di sapere con certezza che cosa provoca l'esperienze pre-morte, o se veramente siano visioni "dall'altra parte".

5. POTERI PSICHICI E ESP

Poteri psichici e percezioni extra-sensoriali (ESP) sono tra i più diffusi fenomeni cosiddetti "paranormali".
Molte persone credono che anche la divinazione sia una forma di potere psichico, un modo di accesso alle conoscenze arcane e speciali del mondo e del futuro. I ricercatori hanno testato le persone che affermano di avere poteri psichici, anche se i risultati sotto condizioni scientifiche controllate sono stati finora negativi o ambigui.
Alcuni hanno sostenuto che i poteri psichici non possono essere testati, o per qualche motivo diminuiscono in presenza di scettici o scienziati. Se questo fosse, la scienza non sarà mai in grado di provare o confutare l'esistenza dei poteri psichici.

6. FANTASMI E SPIRITI
fantasmi

Dal dramma di Shakespeare "Macbeth" al commovente film "Ghost", gli spiriti dei morti hanno da tempo fatto la loro comparsa nella nostra cultura e nel folklore. Molte persone hanno riferito di aver visto apparizioni di cari scomparsi o presenze sconosciute.
Anche se la prova definitiva dell'esistenza dei fantasmi rimane elusiva, testimoni oculari continuano a segnalare di aver visto, fotografato o aver parlato con i fantasmi.
I Ghostbusters, coloro che investigano sull'esistenza dei fantasmi sperano di dimostrare un giorno che i morti possono realmente comunicare con i vivi, fornendo una risposta definitiva al mistero.

7. IL SESTO SENSO
sesto senso

Sia che la chiamiamo sentimento viscerale, 'sesto senso', o qualcosa d'altro, abbiamo tutti sperimentato l'intuizione almeno una volta nella vita.
Naturalmente, sono spesso sbagliate (quante volte durante le turbolenze degli aerei siamo stati sicurissimi che l'aereo stava per cadere?), ma sembrano avere ragione la maggior parte delle volte.
Gli psicologi hanno notato che le persone raccolgono inconsciamente informazioni sul mondo che ci circonda, che ci porta a percepire o a sapere le informazioni senza sapere esattamente come e perché le conosciamo. Ma i casi di intuizione sono difficili da provare o studiare, e la psicologia può essere solo una parte della risposta.